Castellammare di Stabia: una perfetta cartolina vista mare

Castellammare di Stabia: una perfetta cartolina vista mare

Castellammare di Stabia: una perfetta cartolina vista mare – 

Situata nella parte meridionale di Napoli, si estende tra la fine della zona vesuviana e l’inizio della penisola sorrentina. La città sorge in una piana di natura alluvionale-vulcanica, in una conca del golfo di Napoli, circondata monti Lattari, dalle campagne attraversate dal fiume Sarno, il quale sfocia nel mare di Castellammare di Stabia.

Castellammare

Foto: https://www.castellomedioevale.com/it

Proprio questi elementi naturali segnano il confine con le città vicine: il fiume Sarno divide la città stabiese da Torre Annunziata e Pompei a nord, mentre il monte Faito la divide da Vico Equense e Pimonte a sud.

Le origini del nome

Il nome della città ha un’origine molto particolare: occorre innanzitutto ricordare che “Stabia” deriva dall’antica città romana. Castellammare, invece, deve il nome all’antico castello costruito dal Ducato di Sorrento che si affaccia da un’altura di circa 100 metri sul golfo di Napoli. Erroneamente si pensava che il mare si estendesse fino all’altezza dell’altura (cosa impossibile vista la stessa), ovvero il Castello. In realtà questo aveva una cinta muraria che si originava dal complesso centrale per scendere giù per la collina fino alla zona dove oggi si trova la chiesa di Portosalvo, dove terminava con una torre di avvistamento. In questo punto il mare incontrava il castello e da qui il nome di Castello a mare.

Altri erroneamente sostengono che la denominazione Castellammare derivi dall’antica presenza di una fortezza eretta in località Pozzano, sulla spiaggia. Fortezza nata per difendere l’antica cittadina da eventuali attacchi provenienti dalla penisola sorrentina e chiamata torre di Portocarello. Nell’immediato dopoguerra,  a causa di uno stabilimento di calce i resti della torre sono andati distrutti. 

Castellammare di Stabia: le attrazioni

La città vanta ben 50 chiese cattoliche. Le più antiche sono situate maggiormente nel centro antico e nella zona collinare, mentre nell’attuale centro e nella periferia assumono un’architettura moderna.

La chiesa principale è la concattedrale di Santissima Maria Assunta e San Catello, risalente al 1587. E’ una basilica a forma di croce latina, divisa in tre navate, una centrale e due laterali sulle quali si aprono cinque cappelle, tra cui quella dedicata al patrono stabiese San Catello. Tra le opere principali conservate internamente, possiamo ammirare la Deposizione e la Natività dello Spagnoletto, un sarcofago paleocristiano, utilizzato come altare nella cappella di San Catello e una statua di San Michele arcangelo. Durante il periodo natalizio, ogni anno, viene allestito il presepe del Duomo. Esso vanta circa 70 pastori dai 90 ai 150 centimetri, risalenti al Seicento, Settecento e Ottocento.

I santuari

Nella città stabiese sono presenti quattro santuari.

La basilica santuario di Santa Maria di Pozzano, ubicata sull’omonima collina, risalente al XVI secolo, conserva la tavola raffigurante la Madonna di Pozzano, compatrona di Castellammare di Stabia, miracolosamente ritrovata in pozzo: dinanzi all’icona sostò in preghiera anche San Francesco di Paola.

Il santuario della Madonna della Libera, ubicato nell’omonima frazione, custodisce un dipinto bizantino, del X secolo, raffigurante la Madonna con in braccio il bambino Gesù e ai sui lati i santi Cataldo e Giovanni Evangelista.

Il santuario del Sacro Cuore, in località Scanzano, risalente alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo; è la sede delle suore Compassioniste Serve di Maria.

Il santuario di Santa Maria della Sanità, nella frazione di Quisisana, risalente al XVIII secolo. Qui troviamo un affresco del XIV secolo, raffigurante la Vergine Maria e diventato meta di pellegrinaggio a seguito di diversi miracoli avvenuti nella prima metà del Settecento.

La Reggia di Quisisana

La data a cui risale tale Reggia, ancora tutt’ora non è certa. Nel 1268 già esisteva sulla collina di Quisisana la casa di re Carlo I d’Angiò, ma poiché gli Angioini avevano conquistato il Regno di Napoli solo due anni prima è ipotizzabile che possa risalire agli Svevi.

È formata da tre corpi di fabbrica. Il primo, su due livelli, è quello che permette l’accesso alla struttura tramite un ampio portale. Il primo piano era il piano nobile che si affacciava direttamente all’interno del parco. Il secondo corpo è ubicato perpendicolarmente rispetto all’ingresso, sul ciglio della collina, anch’esso su due livelli con l’aggiunta del sottotetto. Infine, la terza parte scende lungo il pendio della collina ed è caratterizzata dalla presenza di un portico. All’interno della reggia è presente un giardino all’italiana. La Reggia è stata abitata da numerosi storici, tra cui Giuseppe Bonaparte, Carolina Bonaparte, ecc.

Nel 1879 fu acquistata dal comune e data in concessione lo stesso anno a privati che la trasformarono in un albergo, chiamato Royal Hotel Quisisana. Alla fine degli anni sessanta, dopo che per brevissimo periodo fu adibita ad ospedale, la reggia venne abbandonata. Gravi danni si aggiunsero a quelli causati dall’incuria e da infiltrazioni d’acqua, a seguito del Terremoto dell’Irpinia del 1980, provocando il crollo parziale di alcune mura, solai e scale. Nel 2008, viene restaurata e, successivamente, in parte utilizzata per la scuola di restauro ed in parte adibita a museo per l’esposizione dei reperti provenienti dagli scavi di Stabiae.

Castellammare di Stabia: il Castello

Quando ci rechiamo in questa splendida città, è impossibile non ammirare il Castello Medioevale, sito lungo la statale sorrentina, nei pressi della salita per il santuario della Madonna della Libera. Costruito dai sorrentini, venne, inizialmente usato per difendere il proprio ducato e fu in seguito riparato da Federico II e ricostruito dagli angioini.

Castello Medioevale di Castellamare

Foto: https://www.castellomedioevale.com/it/

Quando perse il suo ruolo difensivo il castello fu rifatto e rinforzato da Alfonso d’Aragona. Nel Novecento fu restaurato ed oggi, è adibito ad abitazione privata, visitabile solo all’esterno.

Il Castello, inoltre, ogni anno, ospita matrimoni e altre tipologie di eventi. Leggi il nostro approfondimento

Gli scavi archeologici di Stabia

Visitando Castellammare di Stabia, possiamo osservare e studiare gli scavi archeologici di Stabia, ovvero i resti dell’antica città di Stabia, presso la collina di Varano. La campagna di scavi iniziò nel 1749, durante il regno di Carlo di Borbone tramite cunicoli.

Di dimensioni minori rispetto agli scavi di Pompei e di Ercolano, permettono di osservare un diverso aspetto dello stile di vita degli antichi romani. Infatti, mentre le prime due località erano delle città, Stabia, dopo un passato di borgo fortificato, era in epoca romana un luogo di villeggiatura, in cui furono costruite numerose ville residenziali decorate con pitture e abbellite con suppellettili; non mancavano, tuttavia, ville rustiche.

Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce solo una piccola parte dell’antica città. Sono visitabili la Villa San Marco e Villa Arianna, anche se ci sono numerose altre ville, come quella del Pastore o di Anteros ed Heraclo.

Nella zona dell’ager stabianus (così veniva chiamato all’epoca dai romani il territorio che ricadeva sotto l’influenza di Stabia e che comprendeva oltre alla cittadina stabiana anche i territori degli attuali comuni di Sant’Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Gragnano, Casola di Napoli e Lettere), sono presenti una cinquantina di costruzioni tra ville d’otium e ville rustiche.

Il sito di Stabia registra mediamente ogni anno circa trentamila visitatori. Per dare un nuovo impulso turistico al sito sia il comune, che diverse fondazioni, come la Restoring Ancient Stabiae (RAS), hanno proposto progetti per la realizzazione di un parco archeologico e di un museo. I reperti stabiani, attualmente, si trovano sparsi in diversi musei del mondo: la maggior parte è custodita al Museo archeologico nazionale di Napoli o a Castellammare di Stabia, nell’antiquarium stabiano, chiuso al pubblico.

Il Carciofo di Castellammare

La città è famosa anche per numerosi prodotti tipici che possiamo degustare durante le nostre vacanze stabiesi. Tuttavia, il prodotto maggiormente conosciuto è sicuramente il Carciofo di Castellammare, detto anche “violetto di Castellammare”.

Carciofo di Castellammare

Foto: https://www.campaniaferax.it/

Considerato un sottotipo della varietà del romanesco, si contraddistingue per la tenerezza delle bratte, ossia delle foglie commestibili. Esse presentano un colore atipico e delicato, tenente al rosa che sfuma nel violetto. Si tratta di un carciofo inerme, ossia privo di spine, con grandi infiorescenze, rotonde e globose. Si contraddistingue dagli altri carciofi anche per la maturazione precoce. Si raccoglie, infatti, nel periodo compreso tra febbraio e metà maggio, ma già nei mesi di febbraio-marzo si raccolgono le mammarelle, cioè i capolini centrali.

La sua origine affonda le radici nell’epoca romana: una frazione di Castellammare di Stabia, Schito, era considerata al tempo particolarmente vocata all’orticoltura. Prova ne è che la zona, non lontana da Pompei, era identificata con il toponimo “orti di Schito”.

Le ricette col Carciofo

Il carciofo è un ingrediente dalla grande versatilità, impiegato in diverse preparazioni, dall’antipasto al secondo. E’ molto usato per preparare ricette Pasquali, in quanto, tale periodo coincide con quello centrale della produzione.

In particolare, il carciofo arrostito nella brace è il piatto simbolo del lunedì di Pasquetta. Si usa il carciofo intero, posto direttamente nella brace di un barbecue. Quando è cotto (dopo circa mezz’ora) viene ripulito delle foglie bruciacchiate, condito con sale, pepe, prezzemolo, aglietto fresco e un filo di olio e consumato in abbinamento agli insaccati della tradizione contadina, tipici dei Monti Lattari: salame e soppressata.

Se decidete di trascorrere le vostre vacanze estive in questo splendido posto, è impossibile non assaggiare la specialità dello chef stellato Maicol Izzo, del ristorante una stella Michelin Piazzetta Milù.

Carciofo di Castellammare di Maicol Izzo

Carciofo preparato dallo chef Maicol Izzo. Foto: https://piazzettamilu.it/

di Elisa De Vito

Condividi

Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram