La protesta di tanti fotografi cerimonialisti campani

La protesta di tanti fotografi cerimonialisti campani

La protesta di tanti fotografi cerimonialisti campani – “Ci siamo anche noi tra le categorie maggiormente danneggiate da questa emergenza”. Un messaggio chiaro e preciso. Molti fotografi professionisti napoletani, oggi, in maniera pacifica hanno manifestato dinanzi alla sede della Regione Campania a Palazzo Santa Lucia. Un flash mob, rispettando le regole di distanziamento sociale, con mascherine, guanti e le immancabili macchine fotografiche. Da mesi purtroppo riposte in un cassetto. Senza alcun tipo di risposta e prospettiva per il presente e futuro, i fotografi hanno e continuano a vivere una situazione paradossale.

La protesta di tanti fotografi cerimonialisti campani. Aperti al pubblico ma senza clienti e sussidi

Perchè nei vari DPCM ed ordinanze, i loro codici Ateco sono rientrati tra quelli che potevano esercitare regolarmente. Insomma negozi e studi fotografici che secondo le disposizioni potevano essere aperti, ma senza clientela. E, quindi, senza poter chiedere anche quei sussidi, pochi, che sono stati finora elargiti.

Specie se si pensa che il fatturato principale dei fotografi, e di tutti i professionisti a loro collegati, è quello inerente il mondo dei matrimoni e degli eventi. Ad oggi rigorosamente off limits per i riti religiosi e soprattutto per i ricevimenti. Stanchi di non ricevere risposte, ecco che è nata l’idea di farsi sentire.

La nascita del gruppo e le motivazioni di Giuseppe Annunziata

Tra i promotori il nostro amico Giuseppe Annunziata che spiega. “Mi sono mosso in prima persona già diversi giorni fa, poi insieme a Nino D’Azzo ed Enzo Ferraro ci siamo confrontati aprendo un gruppo che nel giro di poche ore ha raggiunto oltre 250 professionisti. La nostra è una questione di dignità. Perché è facile capire che senza clienti ed eventi a cosa serve tenere aperto uno studio fotografico?

Personalmente ho proposto l’inserimento dei nostri codici Ateco per avere sussidi e prevedere un sostegno di emergenza per tutto l’anno visto che purtroppo il nostro settore credo che sarà a lungo fermo. Da questo gruppo già è emerso qualcosa di positivo: unire molti professionisti. Mi espongo e non escludo che a breve da questa iniziativa possa nascere un qualcosa che ci permetta di lottare anche contro l’abusivismo. Per tutelare chi lavora in maniera lecita”.

L’intervista ad alcuni nostri fotografi partner

Ad aderire all’iniziativa alcuni dei nostri partner fotografi (Belvedere, Osta, Palma, Ruggiero, Sirico) che nel giro di poche settimane si sono visti rinviare matrimoni ed eventi vanificando il duro lavoro e i sacrifici di anni. Il Coronavirus ha bloccato un mercato fiorente e di traino per l’economia regionale. Ma ora è il momento di pensare ad una ripartenza che, però, purtroppo stenta ad essere immaginata. Li abbiamo raggiunti telefonicamente.

Angelo Belvedere di Belvedere Fotografi sposa la linea dei colleghi e sottolinea. “Trovo assurdo che il codice Ateco di noi fotografi è tra le categorie paragonabili a beni di prima necessità. Ciò ci permetteva di restare aperti, ma è assolutamente ridicolo considerando che il nostro lavoro è incentrato quasi esclusivamente al settore eventi che è completamente bloccato. Di conseguenza siamo fermi e lo saremo ancora per tanto anche noi, ma con le spese quotidiane che incorrono”.

Anche Gennaro Osta dello Studio Fotografico Osta sposa la causa. “Noi fotografi non chiediamo miracoli ma soltanto un aiuto per affrontare un anno di stallo pressoché totale del settore eventi. Che si parli di matrimoni ma non solo”.

Nello Palma Fotografo solidarizza con i colleghi. “Siamo in ginocchio e finora quasi tutti si sono dimenticati di noi. Anzi, abbiamo scoperto che potevamo lavorare ma senza clienti. Un paradosso che ci ha escluso dai sussidi e con il grande punto interrogativo legato alla ripartenza. In questo senso nessuno ci ha fornito date o indicazioni sulla ripresa degli eventi”.

Antonio Ruggiero di Studio Fotografico Ruggiero concorda. “Manifestare per un nostro diritto credo sia l’unica soluzione. Lo Stato ha dimenticato un intero settore, quello del wedding, che produce il 15% del Pil. Chiediamo un sussidio che assicuri l’apertura delle nostre aziende fino alla prossima stagione lavorativa”.

Vincenzo Sirico Fotografo sottolinea: “Non ho preso parte attivamente all’iniziativa, ma mi auguro davvero di cuore che possa essere un segnale forte per far sentire con autorevolezza la nostra voce in questo momento di grandissima incertezza che stiamo vivendo”.

di Domenico Zappella

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