Monte Faito: l’estesa catena montuosa tra gusto e natura

Monte Faito: l’estesa catena montuosa tra gusto e natura

Monte Faito: l’estesa catena montuosa tra gusto e natura – In autunno, il pranzo domenicale, in Campania, di solito termina con una calda e profumata teglia di castagne. Per questo, oggi vi portiamo alla scoperta di una delle zone più famose per questa tipologia di frutto: il Monte Faito. Scopriamo insieme un po’ di storia.

Montagna facente parte della catena montuosa dei monti Lattari, il Monte Faito è alto circa 1.131 metri. Man mano che si inizia a scalare questa splendida montagna, è possibile immergersi nella natura e osservare il paesaggio del golfo di Napoli, sia avventurandosi per i lunghi sentieri del bosco, che prendendo la Funivia del Faito, partendo da Castellammare di Stabia.

Da un lato, il Monte, affaccia sulla penisola sorrentina fino all’isola di Capri con i Faraglioni ben visibili, dall’altro su tutta l’area vesuviana con la città di Napoli, il Vesuvio e l’arco del Golfo. Panorami che si possono ammirare sia direttamente dalla strada carrozzabile, sia avventurandosi per i sentieri che si perdono tra i boschi.

Monte Faito: la storia

Formato prevalentemente da rocce di tipo calcareo, il Monte prende il suo nome dalle faggete che crescono sulle sue pendici. Infatti, ci sono diversi faggi che hanno oltre quattrocento anni di vita e raggiungono una circonferenza di oltre sei metri. Sono inoltre presenti altri tipi di alberi, come lecci e castagni e molte piante come l’orchidea ad un bulbo, epipogio e la Pteride di Creta. Diverse sono anche le sorgenti, tra cui una denominata sorgente della Lontra.

Sorgente della Lontra

Sorgente della Lontra. Foto: https://www.liberoricercatore.it/

Secondo un’antica tradizione, sul monte Faito, si raccolsero in preghiera i santi Catello e Antonino, a cui apparve l’arcangelo Michele. Nei secoli scorsi, la montagna era particolarmente importante per la produzione di legno. Grazie a questo nel 1783 il re Ferdinando I delle Due Sicilie riuscì a costruire a Castellammare di Stabia il cantiere navale. Esso si riforniva di legname proveniente proprio dai boschi del Faito, per la costruzione delle navi.

Altra importante funzione che aveva la montagna riguardava la produzione di ghiaccio. Durante la stagione invernale, ampi fossati venivano riempiti con strati di neve e foglie, che con il passare del tempo, diveniva ghiaccio da poter utilizzare soprattutto durante la stagione estiva per la conservazione dei cibi.

Dalla seconda metà del XX secolo, sul Monte Faito, si iniziarono a costruire numerosi alberghi e villette residenziali oltre ad un centro sportivo con piscina. Così, il Monte divenne una vera e propria località turistica. Nel 1950 si ultimò la costruzione del nuovo Santuario di San Michele arcangelo, mentre nel 1952, il monte fu collegato a Castellammare di Stabia da una funivia, che copre l’intero percorso in pochissimo tempo.

Il Santuario di San Michele Arcangelo

È una chiesa di Vico Equense, ubicata sul Monte Faito. La storia del santuario è legata alle figure di San Catello e Sant’Antonino: quest’ultimo, scappato dall’abbazia di Montecassino, verso la fine del VI secolo, arrivò a Stabia, dove il vescovo del tempo, Catello, con il quale aveva stretto una profonda amicizia, gli affidò la diocesi, per ritirarsi alla vita contemplativa sul monte Faito, all’epoca chiamato Aureo; poco dopo Antonino si trasferì sul monte, raggiunto, ben presto, nuovamente, anche da Catello.

Una notte, San Michele Arcangelo apparve in sogno ai due santi, ordinando loro la costruzione di una cappella in suo onore: in poco tempo, sulla cima più alta dei monti Lattari, ossia Monte Sant’Angelo o Molare, fu costruito un primo tempio in legno, in seguito rifinito con un tetto in piombo. Con il passare degli anni il tempio divenne uno dei più importanti d’Europa! Fu meta di numerosi pellegrini, tant’è che si celebrava la messa ogni giorno e nel 1392 era già stato riconosciuto con il titolo di abbazia.

Monte Faito Santuario di San Michele Arcangelo

Foto: https://it.wikipedia.org/

La castagna di Monte Faito: una delle principali eccellenze campane

Detta anche Castagna di Cepparico o Marroncino del Faito, il castagno è una pianta che germoglia a maggio e produce i suoi frutti tra settembre ed ottobre; il riccio della Castagna di Monte Faito si presenta di dimensioni grandi, di colore chiaro, con al suo interno due o tre frutti, tendenti al colore rossiccio, con varie striature e ripieni di una polpa bianca, avente un sapore molto dolce.

Foto: https://www.agorainforma.it/

L’ampia distribuzione del castagno nelle zone del Monte Faito è legata alla fertilità del proprio suolo. Esso, infatti, è ricco nella sua componente inorganica di preziosi minerali eruttati dai vicini apparati vulcanici vesuviani e flegrei. Inoltre, è molto importante l’antico metodo di conservazione del frutto, consistente in pochi passaggi, che rappresentano l’intimo e antico legame dell’uomo con il territorio in cui vive. Il primo passaggio è la raccolta delle castagne, le quali devono essere integre, prive di lesioni e libere da larve di insetti. Successivamente, devono essere immerse in abbondante acqua: prima questa operazione era fatta in ampie vasche appositamente costruite, alcune delle quali è possibile ammirarle in località Camarelle nei pressi dell’antico palazzo Notari.

Vasca per la cura delle castagne. Foto: https://www.liberoricercatore.it/

I frutti devono restare in ammollo per una settimana, dopodiché devono essere messi ad asciugare in un luogo asciutto e fresco; è importante che le castagne non perdano tutta l’acqua, ma devono essere asciutte solo esternamente. Ultimata questa fase è necessario mischiarle ad abbondante lapillo vulcanico raccolto dai potenti ed estesi depositi presenti in tutti i rilievi del napoletano. L’ultimo passaggio consiste nell’ammucchiare il lapillo e le castagne in un angolo della cantina, per conservarle nel tempo.

Caldarroste del Monte Faito

Caldarroste. Foto: http://terredicampania.it/

Un evento tutto dedicato alla castagna

Dopo oltre dieci anni dall’ultima storica “Festa della Castagna” di Monte Faito, l’anno scorso è stata organizzata da numerose Associazioni del territorio, in collaborazione con EAV, gli operatori turistici faitensi, la sezione Confcommercio di Vico Equense, Comune di Vico Equense, Regione Campania, Parco dei Monti Lattari, un evento denominato “Le domeniche in Castagna”, tenutosi il 27 ottobre 2019 e il 3 novembre 2019 sul Monte Faito, completamente plastic-free. Un evento straordinario che purtroppo, quest’anno, a causa della pandemia non si svolgerà.

di Elisa De Vito

Foto Copertina: https://www.napolidavivere.it/

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