Montella: il Comune immerso tra montagne e sapori tipici dell’Irpinia

Montella: il Comune immerso tra montagne e sapori tipici dell’Irpinia

Montella montagne e sapori tipici – Il borgo irpino che concilia storia, bellezza e gastronomia. Montella è un comune situato in provincia di Avellino. Il territorio, compreso nel parco regionale Monti Picentini, è prevalentemente montuoso e ricco di sorgenti, quattro delle quali alimentano l’Acquedotto Pugliese.

Montella, con i suoi maestosi paesaggi, è fonte di uno dei corsi d’acqua più lunghi d’Irpinia, ossia il fiume Calore. Sul territorio sono presenti quattro cascate. La cascata della Tufara, la cascata della Madonnella, la cascata del Fascio e la cascata della Lavandaia (la Pelata), la più famosa.

Inoltre, si possono ammirare numerosi altopiani, tra cui quello di Verteglia e diverse grotte. Le più famose sono la Grotta dei Cantraloni e la Grotta del Caprone.

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Le cascate di Montella – Foto tratta da www.paesaggiirpini.it

Montella montagne e sapori tipici. Le attrazioni

Chi si trova a visitare questo piccolo paesino, non può non passare per il convento di San Francesco a Folloni, dichiarato monumento nazionale. La scoperta, nel 2003, al suo interno degli indumenti funebri del conte Diego I Cavaniglia, morto nel 1481 nella battaglia di Otranto e sepolto nel convento, comprendenti una giornea e un farsetto, ha avuto rilievo internazionale.

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Convento di San Francesco a Folloni – Foto tratta da www.comunemontella.it

Sulla piazza principale del paese si affaccia la storica collegiata di Santa Maria del Piano, nota come la chiesa madre. Si caratterizza per l’ingresso principale dell’edificio religioso, costituito dalla maestosa porta lignea di noce scolpita e intagliata e per il suo interno, caratterizzato dalla presenza di una navata con cappelle laterali, di un soffitto di cassettoni lignei ottagonali e dalla croce astile del 1457. Opera di oreficeria angioina.

Collegiata di Santa Maria del Piano - Foto tratta da
Collegiata di Santa Maria del Piano – Foto tratta da www.paesaggiirpini.it

Il Santuario del Santissimo Salvatore e la sua leggenda

Un altro importante monumento che caratterizza la storia del paese è il Santuario del Santissimo Salvatore, sull’omonima montagna. Meta fissa degli itinerari giubilari vaticani. Per arrivare al Santuario, è presente una scalinata in marmo di inizio novecento, che porta, tramite un cancello sulla sommità, allo spiazzale che circonda il Santuario e la Casa del Pellegrino.

Qui si trova il settecentesco pozzo dei miracoli, che ricorda il miracolo che sarebbe avvenuto nel 1779, quando secondo la leggenda improvvisamente si aprì una sorgente sulla sommità del monte.

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Santuario del Santissimo Salvatore – Foto tratta da www.santuariosalvatore.org

Montella montagne e sapori tipici. La castagna IGP

Ovviamente, quando si parla di Campania, non si può prescindere dalla buona cucina e dai prodotti locali.

La castagna di Montella IGP è un prodotto ortofrutticolo italiano. Il frutto ha, prima ricevuto nel 1987 la Denominazione di Origine Controllata (DOC), unico caso in Italia di prodotto ortofrutticolo, per poi, il 14 luglio 1992, ricevere dalla Commissione UE, il riconoscimento di Indicazione geografica protetta (IGP). Tutelando così sia la genuinità e la tipicità del prodotto, sia l’area di origine e produzione, nella quale deve anche avvenire la trasformazione.

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La castagna di Montella IGP – Foto tratta da www.comunemontella.it

A questo gustosissimo frutto, ogni anno, ormai da 37 anni, Montella dedica una tradizionale sagra. Di solito si tiene tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Nel corso dell’evento, che vede le caldarroste come protagoniste assolute, sono presenti anche vari stand enogastronomici per far conoscere ed offrire prodotti tipici della Terra d’Irpina. Come il caciocavallo impiccato, salumi, miele e dolci. Questo evento, poi è arricchito da numerose serate musicali con bravi e famosi artisti ed un fitto programma di visite guidate al paese e ai luoghi vicini.

Le castagne, come si cucinano

Gli utilizzi in cucina della Castagna di Montella Igp sono innumerevoli. Può essere consumata fresca o essiccata, con o senza buccia, a seconda delle necessità e dell’utilizzo che se ne vuole fare. Le castagne fresche sono ottime da fare al forno o bollite. In alternativa alle famose caldarroste.

Le caldarroste – Foto tratta da www.avellinotoday.it

Sia quelle secche che quelle fresche possono essere utilizzate per insaporire zuppe e stufati di carne o per preparare ottimi dolci. Tra cui il castagnaccio e i calzoncelli alle castagne, ovvero dei calzoni fritti a base di castagne e cioccolato. Le castagne secche sono ottime anche da mangiare da sole, magari accompagnandole con un buon bicchiere di vino rosso. Sono richieste anche dall’industria di trasformazione per uso marron glacés, marmellate, preparazione di purea.

La leggenda della castagne del prete montellesi

Quando si parla di castagne, non si può trascendere dalle castagne del prete montellesi, prodotte secondo un’antica ricetta che richiede un mese di lavorazione. I frutti, appena raccolti, sono umidi e per questo vengono essiccati all’interno di “gratai”, strutture riscaldate costantemente per dieci giorni. Successivamente, le castagne sono tostate in forni caldissimi per fornire il sapore intenso, ma essendo molto dure, l’ultima fase è l’immersione delle stesse nell’acqua, per renderle nuovamente morbide, senza alterare il sapore.

Il nome è legato a due leggende. Secondo la prima, il nome deriva dal fatto che a produrle fossero dei monaci irpini. Mentre nella seconda leggenda, si narra che un prete ricevette in dono moltissime castagne e le caricò sul suo mulo per portarle a casa, ma nel tragitto cadde in un fiume riversando i frutti in acqua. Tornato a casa, mise le castagne in forno per asciugarle creando così la gustosa ricetta che prenderà il suo nome.

di Elisa De Vito

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