Valle Ufita: l’incrocio perfetto tra le verdi colline e i forti sapori dell’Appennino

Valle Ufita: l’incrocio perfetto tra le verdi colline e i forti sapori dell’Appennino

Valle Ufita: l’incrocio perfetto tra le verdi colline e i forti sapori dell’Appennino – Situata nella parte nord-orientale della provincia di Avellino, ai confini con la Puglia, la Valle dell’Ufita o, più semplicemente, Valle Ufita, deve il nome all’omonimo fiume che nasce alle falde della Baronia. Più precisamente nel comune di Vallata. Successivamente, in direzione nord-ovest, si unisce con l’affluente Miscano, per poi sfociare nel fiume Calore Irpino, nei pressi di Apice Scalo. Oggi SposIn Campania vi porta alla scoperta di questo bellissimo territorio.

Foto: www.viaggioinirpinia.it

Valle Ufita: la storia

Al centro della valle, in località Fioccaglie di Flumeri, vi sono i resti di un insediamento romano, distrutto durante la guerra sociale. Era situato sul punto di incrocio tra la Via Appia (Roma-Brindisi) e la Via Aemilia, diretta verso Aequum Tuticum. Un vicus romano, ubicato sul pianoro di Sant’Eleuterio, nella parte settentrionale di Ariano Irpino.

Valle Ufita: i comuni da visitare

La maggior parte dei comuni che si affacciano sulla valle appartengono alla Comunità montana dell’Ufita. Ad eccezione di Bonito, Guardia Lombardi, Melito Irpino, Sturno ed Ariano Irpino.

La Comunità montana dell’Ufita

Situata nel settore Nord della provincia di Avellino, estendendosi lungo l’Appennino campano a cavallo della linea spartiacque, la Comunità, si estende tra le valli dell’Ufita, del Cervaro e del Miscano. A partire dal 2009 fanno parte dell’Ente 17 comuni. Carife, Castel Baronia, Flumeri, Frigento, Grottaminarda, Montecalvo Irpino, San Nicola Baronia, Vallata, Villanova del Battista.

La sede dell’Ente è in Ariano Irpino, sebbene questo comune non ne faccia più parte dal 1º gennaio 2009. La sua popolazione, infatti, supera il tetto massimo dei 20 000 abitanti fissato dalla Regione pur avendo una conformazione territoriale totalmente montuosa. Proprio a seguito di tale decisione, il territorio dell’Ente non è più contiguo, ma frammentato in tre parti separate proprio dall’area di Ariano Irpino.

La Comunità montana dell’Ufita: le attrazioni

Il territorio della comunità montana può suddividersi in quattro macroaree che si caratterizzano per aspetti differenti.

  • La Baronia di Vico, l’attuale Trevico, il comune più elevato (1094 m s.l.m.) della Regione Campania.
  • La Valle del Cervaro, dove è possibile ammirare Zungoli e Savignano Irpino. Due fra i borghi più belli d’Italia.
  • La valle del Miscano, di grande rilievo storico, archeologico e paesaggistico. Sorge qui infatti il più antico sito neolitico della regione.
  • La valle dell’Ufita, area di antica tradizione artigianale e ceramica nonché ricca di terre fertili e oliveti.

Valle Ufita: i prodotti tipici

Come tutti i nostri articoli, non possiamo non dedicare spazio alla rubrica culinaria. Oggi ci concentriamo principalmente sull’ultima zona della Comunità Montana dell’Ufita. Ovvero la Valle Ufita.

L’olio extravergine d’oliva Irpinia-Colline Ufita: “l’Olio Verde dell’Irpinia

La Valle Ufita è famosissima per la coltivazione delle olive e, in particolare, la tipica cultivar Ravece. Originatasi in Irpinia a partire dai primi del Cinquecento. La pianta è abbastanza rustica e di grandezza media e presenta la tipica colorazione grigio verde. Inoltre è fitta e compatta. Essendo autosterile deve avvalersi di impollinatori come il Pendolino e Maurino.

La produttività è abbondante e costante, ma la maturazione è tardiva. L’oleosità è medio- bassa, ma la qualità dell’olio è molto apprezzata. Si presenta con un colore giallo-verde, dall’aroma fruttato, dal sapore deciso, amaro e piccante; presenta note di pomodoro verde, carciofo, erbe mandorla.

Il prodotto finale è l’olio extravergine Irpinia – Colline dell’Ufita, detto anche “l’Olio verde dell’Irpinia”, a marchio DOP, ottenuto nel 2010. La dicitura Irpinia – Colline dell’Ufita può essere accordata solo all’olio di oliva di tipo extravergine ottenuto da determinate varietà di olive, in percentuali ben precise. Ravece, in misura non inferiore al 60%; Ogliarola, Marinese, Olivella, Ruveia, Vigna della Corte, singolarmente o congiuntamente in misura non superiore al 40%; Leccino e Frantoio, in misura non superiore al 10%.

L’olio extravergine d’oliva Irpinia – Foto: www.prodottitipicicampania.it

Citando questo prelibatissimo olio, non possiamo non menzionare uno dei principali produttori dello stesso, ovvero l’Oleificio Lo Conte (Contedoro), situato in Via Brecceto, ad Ariano Irpino, che permette, tramite il suo sito online, di acquistare ovunque voi vi troviate. Una soluzione molto utile, soprattutto nella situazione pandemica che stiamo vivendo.

L’aglio dell’Ufita

Un altro prodotto tipico di quest’area è l’aglio dell’Ufita. La sua origine risale all’epoca romana. Proprio le prime colture dei bulbi locali e la lunga tradizione legata alla sua produzione ha permesso, nel corso del tempo, di selezionare una varietà particolare. Caratterizzata dalla presenza di alte percentuali di allicina, il composto solforganico che delinea l’aglio e da cui proviene l’elevata piccantezza del prodotto. I bulbilli di questa varietà sono caratterizzati da una forma irregolare, affusolata, allungata ed arcuata con faccia dorsale convessa e tuniche color rosso violaceo.

Le proprietà olfattive e gustative rendono l’aglio dell’Ufita particolarmente prelibato. Il suo profondo legame con il territorio gli hanno permesso di ottenere la tutela della Fondazione Slow Food che ne ha fatto un suo Presidio. Inoltre, trattandosi di un prodotto dalla lunghissima tradizione, ha ottenuto l’inserimento nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

Aglio dell’Ufita – Foto: www.caan.it

L’aglio dell’Ufita: gli usi in cucina

Prodotto molto versatile della cucina irpina, è il protagonista di numerose ricette tipiche dal sapore delizioso. Tra cui ricordiamo la frittata di aglio fresco, gli spaghetti alla chitarra aglio, olio e peperoncino, la ciambotta sturnese, ovvero un piatto a base di peperoni, patate, pomodori. E la ciambuttella di Grottaminarda, cioè una ratatouille di verdure (pomodori, peperoni verdi e rossi, peperoncino piccante, aglio e basilico) della zona dell’avellinese, preparata secondo un’antica usanza, ovvero sistemando tutti gli ingredienti in una padella. Il pomodoro tagliato a “pacchetelle”, cioè lungo le quattro coste, i peperoni tagliati a pezzi, l’aglio e spicchi ed il basilico. La ciambuttella può essere utilizzata al momento della preparazione oppure conservata in barattoli di vetro messi a bollire in acqua per almeno un’ora.

La ciambutella di Grottaminarda – Foto: www.avellino.zon.it

 

di Elisa De Vito

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