I cuochi della Campania contro il nuovo Dpcm

I cuochi della Campania contro il nuovo Dpcm

I cuochi della Campania contro il nuovo Dpcm – Continuano ad arrivarci segnalazioni, comunicati e prese di posizione da parte dell’intero comparto wedding e ricevimenti contro il nuovo Decreto emanato dal Governo. Ieri vi abbiamo già proposto le posizioni di Assoeventi e Federmep. (Leggi qui l’articolo).

Oggi vi raccontiamo di nuove iniziative, alcune clamorose, che stanno interessando tutto il settore. Mentre le future coppie continuano a protestare con forza e tenacia, per essere passate dal sogno del giorno più bello all’ incubo di nuovi rinvii con perdite di impegno, sentimenti ed economiche importanti. Giocoforza anche molte strutture ricettive stanno alzando bandiera bianca.

Qualcuna sin da oggi ha annunciato la chiusura delle attività. Altre, invece, stanno programmando delle ferie forzate per i propri dipendenti a partire dalla prossima settimana. C’è chi ancora resiste e cerca di tenere in piedi l’organizzazione degli eventi, soprattutto per accontentare chi, nonostante tutto, ha deciso di coronare il sogno d’amore ma con un numero ristretto di partecipanti.

I cuochi della Campania contro il nuovo Dpcm. Il comunicato del Presidente Luigi Vitiello

Nel frattempo, ad unirsi al coro delle proteste è oggi l’URCC (Unione Regionale Cuochi della Campania) con il Presidente, il professore e chef, Luigi Vitiello che scrive.

“Un Provvedimento che ancora una volta mette in ginocchio le attività. L’approvazione del nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri passato al vaglio del Comitato tecnico scientifico e delle Regioni, arriva in piena notte. Misure messe in atto dal Governo a fronte di un forte rialzo dei contagi in tutta Italia. L’Unione Regionale Cuochi della Campania (URCC), non ci sta a questa ulteriore rappresaglia nei loro confronti. Il numero uno regionale dell’URCC il Professor Luigi Vitiello facendosi portavoce di colleghi e del settore tutto – chiede -una proroga all’entrata in vigore del dpcm, chiarendo che: “Trattasi di un provvedimento che contestiamo fortemente perché penalizza ulteriormente attività che già sono in ginocchio, ma soprattutto lo fa senza che ci siano ragioni oggettive che lo giustifichino.

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“Il limite di 30 persone per le feste è un duro colpo per i ristoranti”

Nei mesi di riapertura, da maggio in avanti, non c’è nessun riscontro che individui in bar e ristoranti luoghi di particolare diffusione del contagio. Quindi ridurre gli orari di apertura non ha senso. Perché posso stare seduto in un locale, con il rispetto dei distanziamento, dalle 23 alle 24 e poi non posso starci dalle 24 all’1? Anche il limite di partecipazione massima di 30 persone per le feste conseguenti alle cerimonie è un duro colpo per i ristoranti, perché 30 persone sono davvero poche! E poi perché si dice che si vieta di permanere fuori dai locali quando il divieto di assembramento è già previsto?

Se sono gli assembramenti all’esterno di certi locali e la movida il vero problema, dobbiamo intervenire su queste situazioni con maggiori e più incisivi controlli, non colpire in modo indiscriminato le imprese del settore facendole chiudere in orari improponibili, che di fatto ne azzerano l’attività. Con questo provvedimento per molti locali non avrà più senso aprire, e il danno economico con perdita ulteriore del fatturato ci sarà per tutti.

I cuochi della Campania contro il nuovo Dpcm. “Un mese così per molti di noi significa chiudere per sempre”

Le soluzioni per salvaguardare la salute pubblica ci sono, senza scaricare il peso ancora una volta sulle attività. Bisogna rafforzare i controlli e correggere le situazioni anomale, con un spirito di collaborazione tra il privato e istituzioni. La cosa più grave è che il governo emana questi provvedimenti senza dire come intende supportare i locali che ne pagheranno gli effetti. E’ vero che il provvedimento vale un mese, ma un mese così per molti di noi significa chiudere per sempre, anche perché alla scadenza la situazione sanitaria potrebbe essere anche peggiore. Gli imprenditori sono esasperati e disperati, la situazione rischia di andare completamente fuori controllo”.

Inoltre il presidente URCC – conclude – rivolgendosi ai vertici delle Associazioni di settore e quale sia stato l’intervento al governo dei loro esponenti . Dov’erano gli interlocutori che hanno il privilegio di sedersi ai tavoli decisionali del Governo, che dovrebbero rappresentarci e tutelarci proprio in queste situazioni”, concludo nella speranza che chi ci governi capisca che non possiamo “stringere i denti”, ciò significa fallimento e CHIUSURA. I cuochi campani ribadiscono quanto già evidenziato al Governatore della Campania. “Non siamo noi gli untori! Un settore colpito ripetutamente senza avere colpe!”

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